Caso Emergency, Gino Strada: «Cominciata guerra contro l'ospedale»


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Il fondatore di Emergency: vogliono togliere di mezzo un testimone prima di dare il via all'offensiva militare.


MILANO - «I nostri medici sono stati rapiti dalla polizia del governo Karzai, quel governo difeso dalla coalizione internazionale di cui fa parte anche l'Italia». Sono durissime le accuse di Gino Strada, fondatore di Emergency, che ha tenuto una conferenza stampa a Milano sull'arresto dei tre operatori dell'organizzazione umanitaria in Afghanistan. «Stiamo ancora aspettando di ricevere comunicazioni ufficiali. Si tratta di un'aggressione grottesca e ingiustificata che non trova una spiegazione razionale - afferma -. Le accuse mosse al nostro personale sono approssimative e grottesche. Spero che l'Italia reagisca e ci sia il sostegno dei cittadini italiani».



RAPIMENTO - Strada equipara l'arresto dei tre operatori a un rapimento: «Quando qualcuno viene arrestato ci sono comunicazioni ufficiali, gli viene dato il diritto di vedere un avvocato e vengono mosse accuse specifiche. In questo caso c'è stato un prelevamento di persone, come nella peggiore tradizione terroristica». E viene il dubbio, ha aggiunto, che le forze italiane in Afghanistan potessero essere a conoscenza degli arresti. Quindi ha ribadito il coinvolgimento del comando Nato, che in un primo tempo aveva smentito di aver partecipato al blitz: «C'è un video che mostra i soldati britannici dell'Isaf non solo fuori dall'ospedale per un cordone di protezione, ma anche all'interno» (guarda). Cecilia Strada, presidente di Emergency, ha quindi ricordato che in un contatto telefonico subito dopo aver appreso dell'arresto, era stato spiegato che i tre italiani (più sei operatori afghani) erano stati prelevati dai servizi segreti locali, ma che al cellulare di uno degli arrestati ha risposto un soldato inglese.



DUE MILIONI AL GIORNO - «L'Italia fa parte della coalizione internazionale ed è in Afghanistan con tremila soldati per cui paghiamo circa due milioni di euro al giorno nonostante la situazione del nostro Paese - ha detto Strada -. Ogni giorno due milioni di euro dello Stato italiano vanno per proteggere il governo afghano che arresta o rapisce personale italiano. Fossi un politico ci farei sopra una bella riflessione, è una storia contraddittoria». Alla domanda come possano essere entrate le armi nell'ospedale, Strada spiega: «Se qualcuno di noi volesse introdurre una pistola in un qualsiasi ospedale italiano lo potrebbe fare in dieci minuti. C'è sempre la possibilità di corrompere qualcuno e che qualcuno la depositi al momento della perquisizione». Ma, ha aggiunto, in ogni ospedale di Emergency ci sono cartelli con scritto «Niente armi».



GUERRA A OSPEDALE - «Qualcuno ha messo in piedi questa montatura perché vuole che Emergency, un testimone scomodo, lasci l'Afghanistan. Il regista non è solo afghano. È iniziata una guerra preventiva prima di dare il via a un'offensiva militare in quelle regioni - afferma Strada -. È scattata una guerra a un ospedale: la cosa non mi sorprende perché la logica della guerra è diversa dalla nostra. Nella guerra un ospedale è qualche cosa di strano e di anomalo perché cura e cerca di salvare le vite invece di distruggerle». Emergency - spiega - fa vedere «i risultati della cosiddetta guerra al terrorismo: il 40% dei feriti sono bambini al di sotto dei 14 anni». Il fondatore di Emergency ha quindi spiegato che in Afghanistan sono state eseguite in questi anni 60mila visite ambulatoriali e ci sono stati 10mila ricoveri: «Abbiamo curato feriti grazie al rispetto delle convenzioni internazionali. Fino a poco tempo fa i trattati venivano rispettati. Anche quando c'era il regime filo-sovietico, i mujaddin, che oggi sarebbero chiamati ribelli, venivano portati in ospedale, curati e riaccompagnati da dove erano venuti. Oggi tutto questo non è possibile. Abbiamo chiesto un corridoio umanitario per evacuare i feriti ma loro hanno fatto un cordone, che chiamano stranamente sanitario, che non consente di farli arrivare a una struttura sanitaria».



I TRE ARRESTATI - Emergency ha poi fornito le generalità dei tre arrestati. Marco Garatti, chirurgo, è nato a Brescia il 16 aprile 1961. Dal 1999 collabora con Emergency e dal 2009 ricopre il ruolo di coordinatore di progetto. Matteo Dell'Aira, infermiere, è nato a Milano l'1 settembre 1969. Dal 2000 lavora con Emergency e dal febbraio 2010 è responsabile medico del centro di Laskhar Gha. Matteo Pagani Gauzzugli Bonaiuti è nato a Roma il 12 novembre 1981. Dal novembre 2009 collabora con Emergency in qualità di responsabile logistico amministrativo dell'ospedale Laskhar Gha.


Fonte: http://www.corriere.it/esteri/10_aprile_11/emergency-afghanistan-strada-karzai_8abbb2e0-4550-11df-93de-00144f02aabe.shtml

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